12 anni di viaggi negli States

domenica 25 gennaio 2009

Central park

Più a nord la mitica quinta strada con i negozi inavvicinabili della moda, la gioielleria Tiffany, il Rockefeller center dove si pattina d’inverno (magari avrete visto la scena classica in qualche film) la Trump Tower costruita dall’omonimo miliardario e Fao Schwarz, famosissimo e grandissimo negozio di giocattoli.
In fondo alla quinta strada ecco
Central park, il polmone verde della città, affollatissimo al sabato ed alla domenica da persone che vi praticano ogni tipo di sport.
All’interno si trova pure uno Zoo, con orsi polari, panda, scimmie e molte altre specie animali, anche se ho letto che il top è il
Bronx zoo che sorge nel quartiere omonimo. Purtroppo non l’ho visto …
ma conto di recuperare un giorno …
Magari sarà un pretesto per tornare a NY.
Sulle strade parallele che delimitano il perimetro di Central park ecco i lussuosi condomini tipici dove abitano tante personalità della città.
Da vedere anche i musei
Guggeneim e Moma ny, quest’ultimo di arte moderna (per veri amanti del genere) e i grandi magazzini della Nike (niketown) 8 piani di articoli per tutti gli sport (oggi sono più o meno presenti in tante città del mondo ma allora si potevano vedere solo a NY ndr), dove erano esposte tra le altre cose, tutte le scarpe calzate in carriera da MJ, Michael Jordan.
Bella insomma NY, un luogo frenetico, luminoso e vitale che mi ha introdotto agli Stati Uniti.
Tanto cemento ma anche parchi e spazi verdi, una cosa che mi incuriosì molto ricordo fu appunto un generoso spazio in pieno centro apposito per cani.
Il proprietario vi liberava l’animale e prima di tornare a casa, ligio e munito di paletta e sacchetto raccoglieva nel caso il cane sporcasse.

… Un po’ quello che mai avviene da noi, dove si trova di tutto (di più) e per giunta sui marciapiedi !

giovedì 15 gennaio 2009

Time Square e dintorni

Proseguendo su Broadway street si raggiunge la famosa zona dei teatri, nelle vicinanze i grandi magazzini Macy’s, poi dietro l’angolo ecco la celeberrima Time Square, un “monumento” di luci e pubblicità paragonabile per intenderci al Piccadilly circus di Londra.
Ricordo che nel ’97 c’erano molte pubblicità che parlavano di “New Time Square” poiché la zona era stata “bonificata” e risistemata:
Ho letto che alla fine negli anni ‘80 Times Square appunto, era in pieno degrado, insicura, ed abbandonata dai cittadini che non la frequentavano più, specie di sera, poi con l’elezione di Rudolph Giuliani le cose cambiarono ….
Nelle vicinanze si trova pure il Madison Square Garden mitico tempio dello sport e della musica al cui ingresso si può leggere l’interminabile elenco di nomi delle tante star che lì si sono esibite. C’era pure un tour (in America si visita tutto … basta pagare) dove ti mostrano tra le altre cose, delle specie di attici posti nella parte alta della struttura.
All’interno si trovano la cucina, il bagno un salottino e forse (ma non ricordo bene) una sorta di cameretta da letto.
Spiegavano che questi appartamenti vengono affittati visti i prezzi proibitivi, esclusivamente dalle varie corporation, e sono quindi un benefit x gli “ospiti” in visita alle società.
I fortunati che li occuperanno potranno godersi gli spettacoli guardando direttamente fuori o, mediante la tv ...
Visto che a dire il vero si è un po’ lontani dal centro della scena c’è un circuito interno di telecamere che riprende in diretta gli eventi.
Nella visita al Garden vengono “violati” perfino gli spogliatoi della squadra di hockey, (New York Rangers) sport molto popolare negli usa, anche se rimane sempre il dubbio che, non siano i locali originali, ma copie ad hoc create appositamente per queste visite.
Dentro alla struttura anche un piccolo teatro.
Piccolo...
diciamo che se paragonato al Garden non è grandissimo ma è pur sempre un teatro dal oltre 1000 posti.
Lì si sono esibiti tra gli altri Dalla e Morandi, lo ricordarono alcuni membri dello staff quando appresero che nel gruppo in visita c’erano degli italiani.

domenica 11 gennaio 2009

lungo Broadway street

Nelle vicinanze di quello che era il wtc si trovano Battery park, da cui ci si imbarca per visitare la statua della libertà e Wall Street.
Normalmente le strade delle “Town” americane sono linee rette parallele da nord a sud, da est a ovest, che formano un reticolo di strade e scorrono a sensi unici paralleli alternati.
A Manhattan c’è Broadway street che invece taglia l’isola quasi in diagonale.
Percorrendola a piedi in una splendida giornata di sole, partendo da Battery park, abbiamo attraversato alcuni dei più famosi quartieri newyorkesi:
Soho, colorato rifugio degli artisti dall'atmosfera informale e tranquilla, dove ricordo erano esposti un sacco di quadri.
Molto più movimentata la vicina Little Italy dove tra l’altro vidi una limousine fermarsi davanti ad un ristorante tipico e il (presumo) proprietario accogliere la lady appena scesa dalla vettura con un baciamano.
Curiosa scena, che faceva immediatamente pensare a quegli anni ’30 descritti in tanti film …
E ripensando a zone movimentate indubbiamente Chinatown credo sia il punto dell’isola con la più alta concentrazione di persone
(all’inverosimile … tanto che viene da domandarsi come sarà la Cina …).
Tantissimi e svariati furono i negozi che incontrammo lungo il cammino, si vendeva di tutto, quello che mi colpì di più fu una gastronomia dove vendevano specialità italiane:
La pasta barilla, le acque san pellegrino e levissima, il parmigiano reggiano, il prosciutto di parma…
I prezzi erano folli tanto è vero che più che un negozio mi parve una vera e propria gioielleria alimentare !

Mahhattan

Grattacieli altissimi, enormi masse di gente che procedono a passo spedito sui marciapiedi, donne in eleganti tayeur blu con ai piedi scarpe sportive, perenni ingorghi, con il traffico composto in prevalenza da taxi e limousine nere (sarebbero l'equivalente delle nostre auto blu ndr) che si allineano in file interminabili.
Solo dopo un paio di giorni ci si abitua a quei ritmi, poi certo serve pure un periodo fisiologico per assorbire il fuso orario, ma è che a NY la vita sembra correre a velocità doppia rispetto alla norma.
Passato però quel senso di smarrimento iniziale si scopre che pur trovandosi tra tanto cemento in fondo è bello essere lì, nella patria mondiale del business più sfrenato, nella “capitale” del mondo che non si ferma mai, 24 ore su 24.
Da vedere ci sono "i simboli" della città:
l'Empire State Building la cui estremità sulla cima cambia il colore dell’illuminazione serale; a volte è blu, oppure rossa, verde ...
a seconda dei periodi (stagioni) dell'anno.
La vista di cui si gode dall'alto è incredibile, anche se a dire il vero io lì non andai preferendo recarmi invece al World Trade Center.
A 411 metri d'altezza ci si trovava con il ponte di Brooklin e il fiume Hudson di fronte, e in un attimo girando sul terrazzo ecco che notavi l'Empire, il Chrysler, la Statua della Libertà, e in lontananza Central Park, tutti immersi tra grattacieli e strade, queste ultime brulicanti di persone:
Un vero e proprio "plastico" vivente della grande Mela. ....
Brividi, allora di freddo e di entusiasmo, oggi ripensando che le torri gemelle non ci sono più, confesso che il giorno in cui sono crollate mi sono sentito molto americano, angosciato, incredulo ...
un po' a dire il vero ancora oggi come se quell'11settembre che i media ci hanno documentato, sia stata una grande fantasia collettiva impossibile da realizzarsi davvero.
Ricordo l’immenso atrio della torre che visitai, impressionante lo spazio, e immagino anche cosa possa ricordare ai newyorkesi Ground Zero;
Probabilmente, un'immensa, anomalia deserta, in una città dove ogni centimetro quadrato è sfruttato in lungo e in largo.

touch down

Chissà perché.
Normalmente nella visita agli States si parte da New York:
La grande Mela.
fascinosa metropoli che ormai ogni sera vediamo in tv.
Forse proprio perchè arrivando, avrai subito l’impressione di aver già visto, di esserci già stato.

Al controllo dei documenti ti troverai faccia a faccia con un anonimo personaggio che ti scruterà dall’alto in basso in modo anche sospettoso:
Sembrerà una di quelle comparse che hai visto in tanti film interpretare l’impiegato in polizia.
Familiare ti risulterà anche quel sergente, nero ed imponente, che ti attenderà alla fine del corridoio e a cui consegnerai l'apposito moduletto dell’immigrazione.
Non si dispenserà dal fare una battutina così che ti sembrerà davvero di essere dentro ad un film.
Oltrepassata la porta, ti troverai nella hall dell’aeroporto, dove vedrai tante persone che aspettano dietro alla balaustra:
Tanti ti guarderanno, molti agiteranno un cartello con su scritto il nome della persona che aspettano.

E’ una scena comune a tutti gli aeroporti americani, io ormai lo chiamo “l’attimo della celebrità”, in quei 20 metri quasi ci si sente a disagio, hai tutti gli occhi puntati addosso.
E un po’ capisci cosa si può provare attraversando il celeberrimo “tappeto rosso” …

La prima impressione comunque, appena esci dal terminal è di trovarsi in un altro mondo, dove tutto è all'eccesso; io mi ritrovai subito su di un pulmino voluminoso e scassato lanciato a velocità folle dall’autista in mezzo al traffico intenso:
auto a pochi centimetri, che a volte sembravano millimetri, brusche frenate, imprecazioni, colpi di clacson, sembrava una folle corsa contro il tempo attraverso strade a 5 corsie;
era il trasferimento dal JFK airport a Manhattan.

Iniziò così la mia scoperta degli states ….

New York 1997

Il battesimo negli States

P.S.
nell'immagine le twin towers:
Cattivo gusto ?
Non so, a me comunque NY piace immaginarla ancora così, come la vidi.

prologo

Era il lontano 1997 e finalmente coronavo un sogno;
per la prima volta mettevo piede negli Stati Uniti, meta sempre desiderata fin da bambino.
Non sapevo se mi sarebbe piaciuta l'America, ma ero molto curioso di vederla.
Da allora vi sono tornato 13 volte (che spero non restino tali) ed oggi ho deciso di creare questo blog per iniziare un viaggio fatto di ricordi e impressioni.
Di tempo ne è passato parecchio, di km ne ho fatti molti ma tanti ricordi, complice il fatto di aver messo dopo ogni viaggio nero su bianco tante impressioni, sono sempre vivi.

Buona lettura.