12 anni di viaggi negli States

domenica 27 settembre 2009

Disneyland & Universal Studios


A nord della città ecco gli “studios”, quasi tutti visitabili alcuni, (Warner, Fox, Paramount) strettamente legati alle produzioni cinematografiche e/o televisive vere e proprie (si possono vedere i set dei serial in realizzazione) altri (Disneyland - Universal Studios) soprattutto per divertirsi.
Disneyland, il primo parco creato dalla Disney, in realtà è un po’ distante da Burbank, il luogo dove sorgono gli altri, “studios”; per la precisione si trova ad Anhaeim.
Le dimensioni sono incredibili, se si prendono come metro di comparazione i nostri Gardaland o Mirabilandia che pure non sono piccoli; pensate che all’interno c’è la riproduzione di una di quelle grandi imbarcazioni aventi la ruota che gira nell’acqua, mi pare siano tipiche del Mississippi, il cui percorso all’interno del parco è della durata di circa 15 minuti poi, tante attrazioni divertenti tecnologiche, costantemente rinnovate che si ispirano alle produzioni più famose e tutti i personaggi Disney con cui si possono fare delle foto; un vero paradiso per i bambini ma non solo.
Gli
Universal Studios sono addirittura più grandi poiché sorgono a fianco dei veri e propri teatri di posa della major che sono parzialmente visitabili.
Oltre alle attrazioni in stile Disney che qui si rifanno ai film di maggiore successo (
Ritorno al Futuro, Et, Terminator …) c’è un tour durante il quale si vedono esempio, la casa di Psyco, quella della famiglia Bradford, il trucco utilizzato ne i Dieci Comandamenti per dividere le acque, la distruzione di una stazione della metropolitana dovuta ad un terremoto, un attacco ravvicinato di un King Kong a grandezza naturale e mille altre curiosità legate al cinema.
Ci sono anche le location di alcuni film in quel momento in lavorazione e alcuni varietà in diretta a cui si può partecipare nel ruolo di pubblico.
Di questi enormi complessi colpisce la pulizia, e l’organizzazione; ho sentito dire che sotto ad ognuno di questi parchi vi sono tantissime gallerie utili ad esempio, per la raccolta dei rifiuti durante la giornata o per l’approvvigionamento ai vari stores, bar, fast food, ecc ecc presenti .
Nota curiosa: In prossimità di ogni attrazione quando ci si incolonna nello sciogli fila è indicato un tempo approssimativo di attesa costantemente aggiornato che, risulta sempre molto attendibile.

L.A. beaches & downtown



Nei dintorni della “città degli angeli” vi sono un sacco di famosissime spiagge.
Le spiagge proprie di L.A. sono Marina del Rey, Venice, Long beach, in quest’ ultima è ormeggiata la Queen Mary, storica nave da crociera che ora è stata trasformata in Hotel di lusso, mentre per quanto riguarda la città da vedere sono i quartieri chic e famosi:
Beverly Hills, ma anche Bel Ami, con ville e residenze da sogno di tanti attori e celebrità;
esistono cartine (maps) ad hoc in cui scoprire il proprietario della determinata costruzione. Sicuramente da percorrere è l’opulenta Rodeo Drive, una sorta di quinta strada di L.A. , e da non perdere è il Grauman's Chinese Theater, quello con le impronte degli attori che dà sulla Walk of Fame, la strada con le stelle riportante i nomi delle celebrità.
Molti “titolari” comunque erano a me sconosciuti, devo dire che ho scoperto solo leggendo le guide che l’interessato paga per apporre sul marciapiede la propria stella personalizzata, io avevo sempre pensato che queste fossero una sorta di riconoscimento ai meriti, ma del resto è pur sempre vero che siamo in America, il paese del Business dove si paga tutto o quasi …
Percorrendo Sunset Boulevard, uno dei punti da dove vedere la classica scritta Hollywood sulla collina si vedono tantissime delle palme con cui di solito presentano la California;
il luogo è molto indicato per foto e riprese ovviamente al tramonto.

domenica 26 aprile 2009

Los Angeles

L.A., un raggio di 90 km d’estensione anche se dicono continui ad espandersi ancora oggi giorno dopo giorno;
qui per la prima volta ho guidato sulle freeways a 5 corsie che si incrociano tra loro.
A tratti sembrano infiniti “serpentoni” di cemento armato, il traffico è impossibile a tutte le ore del giorno, almeno apparentemente.
Questo secondo viaggio è stato il mio battesimo assoluto della guida negli states:
Che dire, il panico iniziale è notevole !
Ti trovi infatti imbottigliato fra migliaia di automezzi.
Eppure scopri quasi subito che il traffico pur lentamente scorre senza fermarsi, che quasi nessuno cambia improvvisamente corsia tagliandoti la strada.
Sono insomma mediamente correttissimi, (l’eccezione conferma la regola infatti), probabilmente si sono abituati al caos e alla polizia sempre presente, adattando la loro guida.
Vi dirò che fare un giro alla 17:30 sui viali della mia città è molto più stressante oltre che, anche se pare incredibile, lento e snervante:
Se poi dovesse pure piovere.
Qui da noi è finita mentre in America in generale, cambia poco.

Malibu & Santa Monica

Proseguendo si incontra la celebre Malibu, una mezza delusione, nel senso che le spiagge sono private, inaccessibili, e protette dalle security e dai vigilantes assunti degli abitanti, tra cui molte star del cinema;
non si vede nulla insomma, a parte la cittadina vera e propria attraversata dalla statale.
Ho letto da qualche parte che è in corso una causa per rendere queste spiagge pubbliche in quanto di proprietà dello stato, gli abitanti vogliono però difendere la loro privacy.
Chissà quindi come finirà, anche se ho il sospetto che con i soldi che corrono in quella zona, non cambierà nulla.
Bella cmq la vista di cui si gode percorrendo la Pacific Coast Highway che fiancheggia la costa da Carmel a L.A, ogni tanto in mezzo all’oceano blu e increspato dalle onde, si intravedono dei surfisti che si fanno sempre più numerosi ad ogni chilometro percorso.
A mezz’ora di auto da Malibu, ecco Santa Monica, anche qui, il classico molo (molto famoso questo a dire il vero) col luna park i ristoranti e i pellicani poi, le spiaggie larghe, la gente che fa jogging, gioca a beach volley e i surfisti.
Alla domenica a Santa Monica è quasi impossibile trovare da posteggiare l’auto e i parcheggi non sono di certo rari, ma diffusi e spaziosissimi.
Però d’altronde, da qui inizia l’area metropolitana di Los Angeles.

domenica 29 marzo 2009

Carmel by the Sea e dintorni


Leggermente più a Sud si incontra Carmel un'altra incantevole cittadina dalle caratteristiche spiagge bianche, ed ancora oltre appena un po’ all’interno l’Hearst Castle costruito in passato dall’omonimo ricchissimo personaggio.
Superata Morro bay, nelle cui acque si trovano, a poche centinaia di metri dalla spiaggia caratteristiche isolette, si arriva a Santa Barbara, deliziosa cittadina fiorita e famosa meta di vacanze che ha fatto da sfondo tra l’altro, ad un noto serial televisivo.
Sulla spiaggia sorge un caratteristico molo con luna park dove sono presenti molti ristoranti e si possono ammirare tanti pellicani che attendono un gesto “caritatevole” dai pescatori sempre presenti.
Una cosa curiosa che ricordo è che alla sera andammo a mangiare in una pizzeria nella zona degli hotel che si chiamava “Zio Luigi”.
Lo “Zio” era Italiano, ed oltre a impiantare la sua attività con successo (il locale era pieno) si era integrato a tal punto che, era candidato alla carica di Sindaco.
Le elezioni si sarebbero svolte da lì a poco:
Chissà se poi fu pizza gratis almeno una sera per tutti .
Non è dato a sapersi, quella sera comunque per iniziare omaggiò 2 poliziotti in servizio che si fermarono per cena, negli States non è raro infatti incontrare gli agenti a pranzo o a cena nei vari Mc Donald, Burger King, Kfc, Wendy, ecc. ;
evidentemente pure loro, come tanti cittadini, apprezzano in modo particolare la formula “drive thru” ovvero, il servizio senza scendere dall’auto.

Monterey & 17 mile drive


Il clima a San Francisco è molto freddo, dicono soffi perennemente in ogni periodo dell’anno quel vento gelido che anche noi abbiamo “conosciuto” e difatti nella San Francisco bay area, non è raro vedere delle foche.
Noleggiata la macchina una tappa imperdibile è Monterey cittadina molto carina dove si trova la famosa 17 miles drive, una strada che percorre tratti di costa a ridosso del mare molto spettacolare.
Le ville che si vedono percorrendola sono in classico stile hollywoodiano, tra gli altri abita da quelle parti Clint Eastwood.
Dicono sia possibile vederlo intento a giocare nell’immancabile campo da Golf.
Clint, non l’abbiamo visto, abbiamo incontrato invece tanti Leoni Marini, Scoiattoli, e Foche presenti nella zona in considerevole quantità.
Le acque infatti sono zona protetta;
un parco nazionale, naturale, marino dove gli animali si riproducono senza rischi.
Visitando l’acquario, sito vicino al porto, si apprendono un sacco di informazioni relative al mare e ai suoi abitanti e si vedono tutte le specie acquatiche che popolano la baia.
I tramonti sul mare visibili dalla 17 mile drive sono mozzafiato …
Eppure qui c’è gente che li vede ogni gg dal salone di casa ….
Questo pensiero, dopo aver assistito ad uno solo di questi spettacoli genera credo più che lecitamente un po’ di invidia.

Lombard street e dintorni



Altre cose carine da vedere a San Francisco:
Lombard street, una viuzza tutta tornanti e curve visibile nella sua interezza poiché scende dall’alto in uno spazio tutto sommato ridotto.
In alcuni periodi dell’anno è fiorita ed è anche famosa perché apparsa in un film di Hitchock.
Ancora, caratteristico è il
Transamerica Pyramid, un grattacielo dalla forma ancora avveneristica (nonostante sia una costruzione del 1972) che si distingue nello skyline cittadino e il Municipio famoso anche perchè vi si sposarono Joe Di Maggio e Marilyn Monroe.
Da evitare invece il Civic Center, dove sono ovviamente capitato, una zona popolata da persone alquanto poco raccomandabili e almeno, secondo me, il Moma SF.
Avevo già accennato al fratello newyorkese, si tratta del museo di arte moderna, il mio parere è che bisogna essere veri amanti del genere per apprezzare.
Un chewingum masticato appiccicato ad un posacenere sarà arte ?
Se pensate che lo sia allora ignorate il mio consiglio e correte a visitarlo …
Una cosa curiosa di San Francisco è l’imbattersi frequentemente in gruppi di persone che giocano a carte su tavolini improvvisati ai lati della strada.
Verrebbe da sospettare, specie pensando al gioco delle 3 carte diffuso in europa, ma con tutta la polizia che c’è in giro da quelle parti direi che si tratta senza ombra di dubbio di una regolare pratica locale;
probabilmente trattasi di semplice passatempo.

giovedì 19 febbraio 2009

Alcatraz


Nelle vicinanze del Pier39 (pier sta x molo) partono pure le visite per l’Isola di Alcatraz che ospitava il carcere probabilmente, più famoso al mondo.
La visita è interessante e il luogo sempre molto sinistro;
nei locali in parte visitabili, ma anche per la presenza di gabbiani che le guide consigliano di non guardare negli occhi, figurarsi quindi l’avvicinarli;
si dice che potrebbero attaccare all’improvviso e tutti seguono le regole alla lettera per cui non ho saputo se questa è la realtà oppure una leggenda per dare all’ambiente ulteriore negatività.
Assicuro comunque che il carcere è già di per se molto inquietante, e in questo senso non ha certo bisogni di ulteriori elementi per arricchire quella sorta di maledizione che pare avvolgerlo.

San Francisco




La mia seconda avventura negli states partì da San Francisco una città a misura d’uomo, non molto grande per cui visitabile anche a piedi, una cosa quasi più unica che rara in America dove solitamente si viaggia in auto.
Chissà se è per quello che viene definita la città più europea degli States.
La conformazione di
San Francisco è molto caratteristica con le salite e le discese che hanno fatto da scenario a tanti film, e per apprezzarle non è da mancare il classico giro sui “Cablecar”;
ovvero il tram, che da quelle parti è stato tra l’altro dichiarato monumento nazionale.
In effetti le vetture sono antiche e le persone ancora vi si attaccano sporgendo dai lati.
Da vedere poi ci sono il
Golden gate, il celeberrimo ponte rosso che spesso viene avvolto dalle nuvole basse, e la zona del porto (Fisherman Warf) ricca di negozi e ristoranti da cui ci si imbarca per Sausalito e Tiburon, due cittadine dove si possono vedere case e villette da sogno anche se questa è una costante di quasi tutte le località che si incontrano nel corso del viaggio fino ad L.A.

impressioni


La parte più suggestiva della California secondo me, è il tratto di costa che va da San Francisco a Los Angeles.
In pratica il percorso del mio secondo viaggio negli States.
Quando si torna in America non vi è più quel senso di smarrimento che si avverte la prima volta. Poi certo va detto che NY è unica;
Le altre città americane (almeno quelle che ho visto io) per quanto grandi non hanno mai quella concentrazione di grattacieli.
Di solito è presente il cosiddetto “grappolo” a delimitarne il centro ma poi le costruzioni intorno sono normalissime.
Spesso si tratta di villette indipendenti più o meno lussose, altre volte sono case di legno prefabbricate, quasi mai si trovano condomini.
(se non lussuosissimi, come a Miami, ma di questo avremo modo di parlare più avanti).

California 1998



da San Francisco a Los Angeles.
Sognando la California.
Un luogo comune che però rispecchia il vero, la California è molto bella;
Io l’ho percorsa in lungo e in largo sfruttando diverse occasioni.
Questa la prima.

domenica 25 gennaio 2009

Central park

Più a nord la mitica quinta strada con i negozi inavvicinabili della moda, la gioielleria Tiffany, il Rockefeller center dove si pattina d’inverno (magari avrete visto la scena classica in qualche film) la Trump Tower costruita dall’omonimo miliardario e Fao Schwarz, famosissimo e grandissimo negozio di giocattoli.
In fondo alla quinta strada ecco
Central park, il polmone verde della città, affollatissimo al sabato ed alla domenica da persone che vi praticano ogni tipo di sport.
All’interno si trova pure uno Zoo, con orsi polari, panda, scimmie e molte altre specie animali, anche se ho letto che il top è il
Bronx zoo che sorge nel quartiere omonimo. Purtroppo non l’ho visto …
ma conto di recuperare un giorno …
Magari sarà un pretesto per tornare a NY.
Sulle strade parallele che delimitano il perimetro di Central park ecco i lussuosi condomini tipici dove abitano tante personalità della città.
Da vedere anche i musei
Guggeneim e Moma ny, quest’ultimo di arte moderna (per veri amanti del genere) e i grandi magazzini della Nike (niketown) 8 piani di articoli per tutti gli sport (oggi sono più o meno presenti in tante città del mondo ma allora si potevano vedere solo a NY ndr), dove erano esposte tra le altre cose, tutte le scarpe calzate in carriera da MJ, Michael Jordan.
Bella insomma NY, un luogo frenetico, luminoso e vitale che mi ha introdotto agli Stati Uniti.
Tanto cemento ma anche parchi e spazi verdi, una cosa che mi incuriosì molto ricordo fu appunto un generoso spazio in pieno centro apposito per cani.
Il proprietario vi liberava l’animale e prima di tornare a casa, ligio e munito di paletta e sacchetto raccoglieva nel caso il cane sporcasse.

… Un po’ quello che mai avviene da noi, dove si trova di tutto (di più) e per giunta sui marciapiedi !

giovedì 15 gennaio 2009

Time Square e dintorni

Proseguendo su Broadway street si raggiunge la famosa zona dei teatri, nelle vicinanze i grandi magazzini Macy’s, poi dietro l’angolo ecco la celeberrima Time Square, un “monumento” di luci e pubblicità paragonabile per intenderci al Piccadilly circus di Londra.
Ricordo che nel ’97 c’erano molte pubblicità che parlavano di “New Time Square” poiché la zona era stata “bonificata” e risistemata:
Ho letto che alla fine negli anni ‘80 Times Square appunto, era in pieno degrado, insicura, ed abbandonata dai cittadini che non la frequentavano più, specie di sera, poi con l’elezione di Rudolph Giuliani le cose cambiarono ….
Nelle vicinanze si trova pure il Madison Square Garden mitico tempio dello sport e della musica al cui ingresso si può leggere l’interminabile elenco di nomi delle tante star che lì si sono esibite. C’era pure un tour (in America si visita tutto … basta pagare) dove ti mostrano tra le altre cose, delle specie di attici posti nella parte alta della struttura.
All’interno si trovano la cucina, il bagno un salottino e forse (ma non ricordo bene) una sorta di cameretta da letto.
Spiegavano che questi appartamenti vengono affittati visti i prezzi proibitivi, esclusivamente dalle varie corporation, e sono quindi un benefit x gli “ospiti” in visita alle società.
I fortunati che li occuperanno potranno godersi gli spettacoli guardando direttamente fuori o, mediante la tv ...
Visto che a dire il vero si è un po’ lontani dal centro della scena c’è un circuito interno di telecamere che riprende in diretta gli eventi.
Nella visita al Garden vengono “violati” perfino gli spogliatoi della squadra di hockey, (New York Rangers) sport molto popolare negli usa, anche se rimane sempre il dubbio che, non siano i locali originali, ma copie ad hoc create appositamente per queste visite.
Dentro alla struttura anche un piccolo teatro.
Piccolo...
diciamo che se paragonato al Garden non è grandissimo ma è pur sempre un teatro dal oltre 1000 posti.
Lì si sono esibiti tra gli altri Dalla e Morandi, lo ricordarono alcuni membri dello staff quando appresero che nel gruppo in visita c’erano degli italiani.

domenica 11 gennaio 2009

lungo Broadway street

Nelle vicinanze di quello che era il wtc si trovano Battery park, da cui ci si imbarca per visitare la statua della libertà e Wall Street.
Normalmente le strade delle “Town” americane sono linee rette parallele da nord a sud, da est a ovest, che formano un reticolo di strade e scorrono a sensi unici paralleli alternati.
A Manhattan c’è Broadway street che invece taglia l’isola quasi in diagonale.
Percorrendola a piedi in una splendida giornata di sole, partendo da Battery park, abbiamo attraversato alcuni dei più famosi quartieri newyorkesi:
Soho, colorato rifugio degli artisti dall'atmosfera informale e tranquilla, dove ricordo erano esposti un sacco di quadri.
Molto più movimentata la vicina Little Italy dove tra l’altro vidi una limousine fermarsi davanti ad un ristorante tipico e il (presumo) proprietario accogliere la lady appena scesa dalla vettura con un baciamano.
Curiosa scena, che faceva immediatamente pensare a quegli anni ’30 descritti in tanti film …
E ripensando a zone movimentate indubbiamente Chinatown credo sia il punto dell’isola con la più alta concentrazione di persone
(all’inverosimile … tanto che viene da domandarsi come sarà la Cina …).
Tantissimi e svariati furono i negozi che incontrammo lungo il cammino, si vendeva di tutto, quello che mi colpì di più fu una gastronomia dove vendevano specialità italiane:
La pasta barilla, le acque san pellegrino e levissima, il parmigiano reggiano, il prosciutto di parma…
I prezzi erano folli tanto è vero che più che un negozio mi parve una vera e propria gioielleria alimentare !

Mahhattan

Grattacieli altissimi, enormi masse di gente che procedono a passo spedito sui marciapiedi, donne in eleganti tayeur blu con ai piedi scarpe sportive, perenni ingorghi, con il traffico composto in prevalenza da taxi e limousine nere (sarebbero l'equivalente delle nostre auto blu ndr) che si allineano in file interminabili.
Solo dopo un paio di giorni ci si abitua a quei ritmi, poi certo serve pure un periodo fisiologico per assorbire il fuso orario, ma è che a NY la vita sembra correre a velocità doppia rispetto alla norma.
Passato però quel senso di smarrimento iniziale si scopre che pur trovandosi tra tanto cemento in fondo è bello essere lì, nella patria mondiale del business più sfrenato, nella “capitale” del mondo che non si ferma mai, 24 ore su 24.
Da vedere ci sono "i simboli" della città:
l'Empire State Building la cui estremità sulla cima cambia il colore dell’illuminazione serale; a volte è blu, oppure rossa, verde ...
a seconda dei periodi (stagioni) dell'anno.
La vista di cui si gode dall'alto è incredibile, anche se a dire il vero io lì non andai preferendo recarmi invece al World Trade Center.
A 411 metri d'altezza ci si trovava con il ponte di Brooklin e il fiume Hudson di fronte, e in un attimo girando sul terrazzo ecco che notavi l'Empire, il Chrysler, la Statua della Libertà, e in lontananza Central Park, tutti immersi tra grattacieli e strade, queste ultime brulicanti di persone:
Un vero e proprio "plastico" vivente della grande Mela. ....
Brividi, allora di freddo e di entusiasmo, oggi ripensando che le torri gemelle non ci sono più, confesso che il giorno in cui sono crollate mi sono sentito molto americano, angosciato, incredulo ...
un po' a dire il vero ancora oggi come se quell'11settembre che i media ci hanno documentato, sia stata una grande fantasia collettiva impossibile da realizzarsi davvero.
Ricordo l’immenso atrio della torre che visitai, impressionante lo spazio, e immagino anche cosa possa ricordare ai newyorkesi Ground Zero;
Probabilmente, un'immensa, anomalia deserta, in una città dove ogni centimetro quadrato è sfruttato in lungo e in largo.

touch down

Chissà perché.
Normalmente nella visita agli States si parte da New York:
La grande Mela.
fascinosa metropoli che ormai ogni sera vediamo in tv.
Forse proprio perchè arrivando, avrai subito l’impressione di aver già visto, di esserci già stato.

Al controllo dei documenti ti troverai faccia a faccia con un anonimo personaggio che ti scruterà dall’alto in basso in modo anche sospettoso:
Sembrerà una di quelle comparse che hai visto in tanti film interpretare l’impiegato in polizia.
Familiare ti risulterà anche quel sergente, nero ed imponente, che ti attenderà alla fine del corridoio e a cui consegnerai l'apposito moduletto dell’immigrazione.
Non si dispenserà dal fare una battutina così che ti sembrerà davvero di essere dentro ad un film.
Oltrepassata la porta, ti troverai nella hall dell’aeroporto, dove vedrai tante persone che aspettano dietro alla balaustra:
Tanti ti guarderanno, molti agiteranno un cartello con su scritto il nome della persona che aspettano.

E’ una scena comune a tutti gli aeroporti americani, io ormai lo chiamo “l’attimo della celebrità”, in quei 20 metri quasi ci si sente a disagio, hai tutti gli occhi puntati addosso.
E un po’ capisci cosa si può provare attraversando il celeberrimo “tappeto rosso” …

La prima impressione comunque, appena esci dal terminal è di trovarsi in un altro mondo, dove tutto è all'eccesso; io mi ritrovai subito su di un pulmino voluminoso e scassato lanciato a velocità folle dall’autista in mezzo al traffico intenso:
auto a pochi centimetri, che a volte sembravano millimetri, brusche frenate, imprecazioni, colpi di clacson, sembrava una folle corsa contro il tempo attraverso strade a 5 corsie;
era il trasferimento dal JFK airport a Manhattan.

Iniziò così la mia scoperta degli states ….

New York 1997

Il battesimo negli States

P.S.
nell'immagine le twin towers:
Cattivo gusto ?
Non so, a me comunque NY piace immaginarla ancora così, come la vidi.

prologo

Era il lontano 1997 e finalmente coronavo un sogno;
per la prima volta mettevo piede negli Stati Uniti, meta sempre desiderata fin da bambino.
Non sapevo se mi sarebbe piaciuta l'America, ma ero molto curioso di vederla.
Da allora vi sono tornato 13 volte (che spero non restino tali) ed oggi ho deciso di creare questo blog per iniziare un viaggio fatto di ricordi e impressioni.
Di tempo ne è passato parecchio, di km ne ho fatti molti ma tanti ricordi, complice il fatto di aver messo dopo ogni viaggio nero su bianco tante impressioni, sono sempre vivi.

Buona lettura.